lunedì 22 aprile 2013

Nomenklatura I

Il figlio del Presidente e il genero del Segretario

Oskar von Hindenburg
Negli ultimi anni della repubblica di Weimar, il circolo familiare e amicale del presidente Hindenburg assunse un ruolo sempre più ampio, inversamente proporzionale alla perdita di potere effettivo dei partiti tradizionali. In particolare, il Generalleutnant Oskar von Hindenburg, figlio del presidente e suo aiutante di campo ufficiale, avrebbe giocato un ruolo importante nel consigliare la nomina a cancelliere prima di Schleicher e poi di Hitler. Lo scrittore ebreo tedesco Kurt Tucholsky chiese ironicamente quale articolo della costituzione tedesca prevedesse la carica di "figlio del presidente".

Uno dei punti di forza del nascente movimento nazista è la sostituzione alla corruzione e al familismo degli anni weimariani di una notevole meritocrazia, sia pur sempre più misurata sulla risoluzione nel mettere in atto misure brutali.

In questo tramonto della seconda repubblica di Weimar, i dibattiti politici televisivi rappresentano vividamente, o meglio carnalmente, gli inestricabili legami familiari che caratterizzano, in questo paese, la sinistra ben più che la destra.

Il figlio di Maurizio Ferrara, intervistato dal genero (postumo) di Enrico Berlinguer - se non direttamente dalla figlia di quest'ultimo (a sua volta nipote di due leader del PD), - polemizza con il programma di riforma del PD presentato dal figlio di Luciano Barca, con l'intervento super partes del figlio di Renato Mieli, per commentare la rielezione di Giorgio Napolitano.

Sostanzialmente, i telespettatori assistono - senza saperlo - a una direzione del PCI per interposto parente.

Luciano Barca e Giorgio Napolitano
Come avviene in Sicko, il film di Michael Moore sulla sanità americana, con i contributi dell'industria farmaceutica alle campagne elettorali dei membri del governo, all'esordio di questi dibattiti dovrebbero comparire sovraimpressioni che ricordino i rapporti di parentela politica, diretta e indiretta, dei partecipanti.

Questo aiuterebbe la traduzione delle affermazioni apparentemente relative all'attualità in termini di antiche rivalità, odi giammai sepolti, adolescenziali rancori.

Al contrario, anche ai grillini, come ad altri movimenti antiparlamentari, non si può sinora obiettivamente rimproverare una tendenza al nepotismo.

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